Segreterie Generali Provinciali di Lecce
LETTERA APERTA
Al Presidente Michele Emiliano
All’Assessore alle Politiche Sociali
Al Direttore Generale Asl Lecce
Ai Presidenti di Ambito della Provincia di Lecce
Ai Direttori dei Distretti Sanitari della Provincia di Lecce
e p.c. Alle Segreterie Regionali di CGIL CISL UIL
Alle Segreterie Regionali di SPI FNP UILP
L’esperienza della contrattazione sociale, oramai consolidata nella provincia di Lecce, e le tante sistematiche azioni messe in campo, evidenziano un diffuso stato di avanzamento di metodo e di merito nell’interlocuzione con i referenti di ambito ed i responsabili di distretto.
La contrattazione territoriale nell’ultimo anno è stata avviata anche in Ambiti notoriamente “resistenti”, caratterizzati da una gestione monocratica ed autoreferenziale.
Ciò anche in ragione dei vincoli posti dalla normativa regionale e nazionale.
Unica eccezione in provincia, duole doverlo ancora una volta denunciare, l’Ambito Sociale di Gallipoli dove si continua a registrare una reiterata indisponibilità al confronto ed il disconoscimento di una corretta interlocuzione, così come si può evincere da un “significativo” della relazione sociale 2014.
La gratuità e la gravità di quanto ivi riportato è, a nostro parere, finalizzato alla rottura delle relazioni sindacali faticosamente ricostruite, riportando l’ambito ad una gestione autoreferenziale e non riguardosa della tanto auspicata logica di partecipazione democratica, ma anche irrispettosa dell’applicazione non formale del principio costituzionale della “sussidiarietà”.
La fase di monitoraggio e di valutazione operata all’interno delle Cabine di regia d’Ambito, costituitesi con apposito protocollo a conclusione del percorso di programmazione del primo riparto PAC, ha rivelato l’avvio in diversi ambiti, o il consolidamento in altri, del processo di integrazione socio-sanitaria e l’istituzione o il rafforzamento dei principali presidi di governance dei servizi integrati (PUA/UVM).
Il periodico, puntuale e dettagliato confronto di natura quali-quantitativa operato all’interno delle stesse Cabine, non sempre supportato da dati di dettaglio, ha comunque permesso di operare una valutazione sullo stato di attuazione del complesso dei servizi fondamentali previsti dal 3 Piano Sociale Regionale, passaggio questo propedeutico alla successiva fase di riprogrammazione riservata al tavolo interistituzionale.
Le positività sopra evidenziate, frutto di un lungo e faticoso processo che ci ha visti protagonisti, hanno al tempo stesso fatto risaltare, con maggiore forza, alcune persistenti criticità che risultano particolarmente stridenti in un tempo di razionalizzazione delle risorse e riorganizzazione della rete sanitaria ed un sempre più avanzato processo di decentramento territoriale dei servizi avente come obiettivo fondamentale la domiciliarità ed il raccordo tra rete sanitaria e rete sociale.
Di seguito una stringata elencazione delle stesse.
In alcuni ambiti si registrano forti ritardi nella costituzione/funzionamento della PUA.
Questo, nonostante le tante risorse messe in campo nel tempo e quelle dedicate rivenienti dal primo riparto PAC.
In diversi Ambiti si registra ancora una stentata integrazione socio-sanitaria ed una certa ritrosia ad un confronto di merito che vada oltre il mero dato numerico che, in taluni casi, risulta ancora confuso e tale da non permettere di rilevare la reale platea dei beneficiari dei servizi integrati.
Nel merito, non si può non sottolineare il significativo scarto tra il numero degli utenti in ADI esclusivamente sanitaria e gli utenti dei servizi integrati.
Si è consapevoli che tale discrasia fonda le sue radici anche nella non più eludibile compartecipazione degli utenti alla spesa come, altresì, nel parallelo mercato dell’assistenza. Ma proprio per questo il processo deve connotarsi sempre più di quei principi e di quelle pratiche di qualità e di personalizzazione dei servizi, tali da renderli appetibili e non sostituibili nel comune sentire.
La verifica sullo stato di attuazione del primo accordo di programma tra Distretti e Ambiti Sociali ha evidenziato, in modo diffuso, una parziale attuazione degli impegni assunti dalla ASL in fase di programmazione del primo riparto PAC.
Ciò ha comportato una ineludibile riprogrammazione dei servizi in ragione delle unità di personale disponibili presso il singolo Distretto – e non di quelle programmate – e il ricorso a unità rivenienti da servizi appaltati come ad esempio quelli dell’Assistenza Domiciliare Respiratoria.
La focalizzazione degli Uffici di Piano su servizi fondamentali quali l’ADI e l’eccessivo carico burocratico che ha connotato il processo programmatorio per l’ottenimento dei fondi PAC ha in taluni ambiti oscurato e rallentato la programmazione dei restanti servizi, alcuni dei quali – come il Pronto Intervento Sociale o gli interventi di politica abitativa – di particolare rilevanza in tempo di crisi.
Solo in sparuti casi il monitoraggio ha fatto emergere delle pratiche gestionali improprie che vanno comunque attenzionate e riportate nell’alveo della normalità e dell’uso corretto delle risorse.
Forti criticità si registrano inoltre sul versante del Lavoro Minimo di Cittadinanza e dei Cantieri di Cittadinanza la cui sperimentazione sconta notevoli ritardi e difficoltà a causa del mancato efficientamento della piattaforma dedicata. In alcuni Ambiti il percorso di valutazione e validazione è ancora in fase di avvio; in altri, dove il processo è oramai compiuto, l’accesso degli aventi titolo al tirocinio di inclusione risulta ancora negato dai tanti problemi di ordine burocratico e procedurale.
Le criticità sopra sinteticamente evidenziate richiamano una riflessione sulla questione principe: la disomogeneità della rete dei servizi territoriali, le differenti opportunità di accesso ai servizi da parte dei nostri concittadini.
Essendo l’Ambito un soggetto giuridico e organizzativo pubblico che deve attuare una gestione associata dei servizi socio-assistenziali, alla luce di quanto rilevato, emerge la mancanza di un modello omogeneo e razionalizzato in grado di assolvere compiutamente ad una gestione associata dei servizi in linea con in principi di efficacia, efficienza ed economicità.
Ciò non è più tollerabile e richiama tutti i soggetti in campo ad un sempre più responsabile esercizio della funzione.
Per tali ragioni
alla REGIONE PUGLIA chiediamo
• il rilancio delle politiche sociali e un maggiore impegno, in particolare rispetto a quanto non ancora normato, in vista dell’attuazione delle modifiche al Regolamento 4;
• l’implementazione di procedure e processi funzionali ad una concreta integrazione dei servizi socio-sanitari ed una compiuta realizzazione di quanto già previsto nel merito dalla vigente normativa, non ultime le linee guida per le cure domiciliari integrate del marzo 2015;
• una implementazione della rete di assistenza tecnico-procedurale a supporto degli ambiti;
• l’avvio di un processo di sburocratizzazione delle procedure di progettazione, e, al tempo stesso, vincoli più cogenti in fase di rendicontazione;
• un tempestivo ed accorto monitoraggio della misura Cantieri di Cittadinanza utile all’efficientamento della piattaforma e una verifica del target di utenti coinvolti in fase di sperimentazione che, si auspica, possa essere oggetto di un incisivo ampliamento a seguito della revisione dei criteri di accesso e delle ingenti risorse del REIS.
Al DIRETTORE GENERALE DELLA ASL DI LECCE, in ragione delle criticità sopra evidenziate e delle ingenti risorse 2015/17 stanziate per l’ integrazione socio-sanitaria, chiediamo di avviare una attenta attività di monitoraggio e supervisione circa lo stato di attuazione dei nuovi accordi di programma sottoscritti tra Ambiti e ASL.
Auspichiamo inoltre l’esercizio di una governance di sistema, possibilmente condivisa con gli attori istituzionali e sociali del territorio, finalizzata alla realizzazione di una piena integrazione socio-sanitaria e alla rimozione dei tanti ostacoli che impediscono una omogenea erogazione e fruizione dei servizi.
Lecce, 10/7/ 2015
CGIL CISL UIL
A. Cazzato A. Chirizzi O. Pedio
SPI FNP UILP
R. Romano L. Cretì L. Di Viggiano