La notizia del prossimo avvio di un tavolo regionale per la predisposizione di un piano accoglienza dei migranti impegnati nei lavori stagionali in agricoltura induce a delle considerazioni di metodo e di merito che sottoponiamo alla Sua attenzione.
Per quanto condivisibile nelle finalità che ripropongono i temi ancora oggi irrisolti dell’accoglienza, dell’assistenza e del trasporto di questa manodopera straniera, lo stesso rischia di riproporre un approccio che assume le connotazioni dell’urgenza e della frammentarietà e di vanificare il pregevole processo sistemico dalla SV attivato mediante la tempestiva attivazione del tavolo interistituzionale provinciale che ha chiamato a raccolta e messo in rete i tanti soggetti istituzionali, sociali, datoriali impegnati sul versante della determinazione del fabbisogno di domanda di lavoro in ragione di flussi, controllo e presidio del territorio e sicurezza sul lavoro, accoglienza, valorizzazione del lavoro di qualità e contrasto al caporalato.
Il fenomeno del lavoro stagionale in agricoltura è nella nostra provincia da tempo strutturale e pertanto necessita di un intervento integrato e nel tempo stabile. Un’azione efficace e sistemica non può prescindere, nel rispetto e nella piena valorizzazione delle linee d’azione nazionali e regionali, da un approccio dal basso, che valorizzi la rete di prossimità del mondo del lavoro, per stabilire quote e flussi coerenti con i fabbisogni delle imprese, sostenere i bisogni delle persone, mettere in campo una concreta progettazione sociale sussidiaria che anche quest’anno risulta in forte ritardo considerati le tante presenze già registrate nel territorio di Nardò.
Un’azione dal basso che, attraverso gli strumenti della contrattazione, della partecipazione e della bilateralità possano porre un argine allo sfruttamento e contrastare il lavoro nero, ma anche rilanciare la battaglia per l’affermazione dei diritti e delle tutele che parte dalla piena applicazione dei contratti di lavoro e dall’attivazione delle funzioni periferiche della rete del lavoro agricolo di qualità. Su questo versante la nostra provincia è già forte di una esperienza, quella del protocollo sottoscritto tra organizzazioni sindacali e parti datoriali nel 2011 e già rivisitata per l’anno in corso, che va sostenuta e consolidata. Tutto ciò induce a ritenere urgente e necessario la riattivazione del tavolo provinciale e la pronta predisposizione di un piano operativo locale che torni a restituire alla legalità le filiere produttive e al tempo stesso la strutturazione dei servizi alla persona.
Riteniamo inoltre necessaria la sottoscrizione del Protocollo Territoriale già convenuto negli incontri occorsi nei mesi scorsi che definisca ruoli e funzioni e chiami a responsabilità la plurale compagine territoriale.
Auspichiamo dunque che con il contributori tutti, il processo avviato con il tavolo prefettizio venga portato a compimento in modo tale da rendere incisive e sistemiche le azioni dei singoli soggetti, a partire da quelli regionali.
Antonio Nicolì, segretario generale Cisl Lecce
Salvatore Greco, segetario generale Fai Cisl Lecce
Giulia Gianfagna, Vicepresidente Anolf Lecce
Salvatore Greco, segetario generale Fai Cisl Lecce
Giulia Gianfagna, Vicepresidente Anolf Lecce