“Ri-conciliamo. Incentivi del Jobs Act per la conciliazione sfide e opportunità” questo il tema che è stato trattato durante il convegno organizzato dalla Cisl di Lecce svoltosi a Lecce presieduto da Antonio Nicolì, segretario generale Cisl Lecce, al quale hanno preso parte Ada Chirizzi, segretario territoriale Cisl Lecce, Enzo Lezzi, segretario regionale Cisl Puglia, Silvia Stefanovichj, del Dipartimento nazionale Politiche Sociali Cisl e Sergio Spiller, del Dipartimento nazionale Mercato del Lavoro.
Nel corso dei lavori cui hanno preso parte anche le rappresentanze datoriali Giuseppe Negro, Segretario generale Confartigianato, Luigi Totato, settore Lavoro Confcommercio e Santo Ingrosso, presidente Confcooperative di Lecce, è stato illustrato il recente decreto interministeriale relativo la decontribuzione in favore delle aziende che attiveranno, entro il 31 agosto 2018, contratti aziendali di secondo livello che agevolino la conciliazione vita-lavoro. Tema questo fortemente sentito anche sul nostro territorio dove si registra un sempre più elevato numero di lavoratrici e lavoratori ricompresi nella cosiddetta “generazione sandwich”, che si trova sempre più schiacciata tra le complessità legate alla cura di familiari anziani e la dimensione genitoriale, spesso considerata dalle aziende limite più che risorsa per la comunità e per il suo futuro, così come accaduto nel recente caso della lavoratrice di Ikea. Con in più un progressivo invecchiamento della popolazione, una rete territoriale di servizi per l’infanzia e per gli anziani non sempre sufficientemente strutturata e qualificata, il diffondersi di uno stato di sempre maggiore precarietà e povertà. “Da queste considerazioni sulle contingenze economiche e socio-demografiche del nostro Paese – ha dichiarato Ada Chirizzi, segretario territoriale della Cisl di Lecce – e del nostro territorio scaturisce la rilevanza che ha avuto, e che in prospettiva dovrà avere, il tema della conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare e di quell’ ampia gamma di beni e servizi che va sotto il nome di “welfare aziendale”: da quelli socio assistenziali e di sostegno del reddito, ai servizi per il benessere dei dipendenti e dei loro familiari, dai servizi di previdenza integrativa in campo pensionistico e sanitario, ai servizi di conciliazione vita lavoro, solo per citarne le principali aree di intervento. Nonostante una nutrita normazione a favore di interventi aziendali che agevolino la conciliazione vita-lavoro, si registra un incremento di tali contratti solo nelle regioni del Centro-Nord, a fronte di un Mezzogiorno che arranca così come già evidenziato dal rapporto Cnel 2016 e dai recenti dati forniti dal Ministero del Lavoro”. “Come Cisl di Lecce – ha dichiarato Antonio Nicolì segretario generale della Cisl di Lecce – pensiamo sia giunto il tempo di un cambio di paradigma che possa generare virtuose sinergie tra le diverse componenti territoriali per dare risposta a bisogni consolidati e a quelli emergenti, in una logica solidaristica e di coesione sociale. Per tali ragioni abbiamo reputato importante un momento di approfondimento e confronto con le parti datoriali e con le nostre federazioni di categoria, utile a creare le condizioni per l’avvio di contratti territoriali o di rete su cui possano trovare ancoraggio i contratti aziendali di secondo livello che promuovano la conciliazione, unici a poter garantire alle aziende l’accesso agli sgravi contributivi previsti dal decreto interministeriale dell’ottobre scorso. Accordi di rete territoriale o di rete produttiva che possano costruire collaborazioni che, in una sorta di joint venture del welfare aziendale, permettano alle piccole e medie imprese coinvolte di condividere costi, esperienze, buone prassi, generando un ritorno positivo per il territorio ed in termini di produttività”.