La visita della CISL FNS, con la presenza del Segretario Nazionale Raimondo INGANNI del Segretario Generale Regionale Crescenzio LUMIERI e del Segretario Generale Provinciale Antonio PELLEGRINO, effettuata in data odierna, ha messo in evidenza un grave peggioramento delle condizioni di vivibilità, sia del personale che della popolazione detenuta, circostanza aggravata da un sovraffollamento di detenuti ristretti che oggi si è incrementato rispetto alla data del 20 luglio u.s. raggiungendo circa 1.500 reclusi.
I provvedimenti parlamentari preannunciati dal Governo che dovevano essere utili ad alleggerire gli istituti della penisola, assolutamente insufficienti a garantire l’esigenza di detenzione e custodia in carcere, non hanno trovato ancora la loro efficacia.
La Casa Circondariale di Lecce risulta tra gli Istituti italiani, una struttura che sta subendo in modo negativo il problema del sovraffollamento. In effetti la Puglia, in riferimento alla percentuale di incidenza tra capienza effettiva, capienza tollerabile e attuale consistenza, rapportata all’organico della Polizia Penitenziaria, ha la più alta percentuale di reclusi del paese. Quindi, Lecce risulta essere quella più esposta in Puglia. Non si possono ridurre le carceri ad una situazione da “terzo mondo”, mettendo a repentaglio la vita dei lavoratori che hanno la necessità di lavorare con le risorse necessarie alla convivenza civile, nel massimo rispetto delle regole.
Il sopralluogo ha riscontrato una situazione igienico-sanitaria precaria, con l’aggravio che alcune segnalazioni effettuate nelle precedenti visite della FNS CISL, non hanno trovato alcuna soluzione. La carenza dei fondi assegnati impedisce alla Dirigenza locale di intervenire sulla manutenzione ordinaria e straordinaria, affinché l’istituto possa supportare le necessità di vivibilità. Quindi si prende atto che le infiltrazioni di acqua piovana non sono state risolte; le docce dei detenuti producono umidità ai piani inferiori con gravi rischi per la sicurezza, poiché tali infiltrazioni sembrano interessare l’impianto elettrico, oltre ai rischi che potrebbero sorgere a causa dell’infiltrazione, per la stabilita della struttura. Gli Agenti sono costretti a svolgere la loro attività in uffici in cui le pulizie sembrano inesistenti, in quanto i detenuti utilizzati in poche ore lavorative devono pulire numerosi ambienti, non garantendo la corretta pulizia dei luoghi.
La carenza di Personale crea gravi disagi alla vita quotidiana dei poliziotti e alle loro famiglie. Le continue aggressioni subite dal personale sono sicuramente la testimonianza di un grave disagio, per il quale la Polizia Penitenziaria subisce le conseguenze.
In chiusura si vuol far comprendere ai mass media e ai cittadini che i problemi denunciati e non risolti, a breve potrebbero risultare non più gestibili, con gravi conseguenze per la società. Basti immaginare, per esempio, di avere un’auto che può trasportare cinque persone ed il suo proprietario la utilizza per il trasporto di quindici persone. Sicuramente le conseguenze sono chiare a tutti: il disastro è dietro l’angolo! Immaginate il Carcere di Lecce: è stato costruito per ospitare 600 detenuti. Per “abbondare” è stata definita una capienza tollerabile di 1.100 detenuti: attualmente ne detiene circa 1.450. Il paragone è semplice.
La CISL FNS chiede quindi alle autorità locali, provinciali e regionali, un intervento ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria al fine di risolvere i problemi denunciati. Questa O.S. esprime rammarico nei confronti del Presidente della Provincia che ha convocato alcune OO.SS. per trattare il disagio del carcere leccese, non considerando in tale convocazione la CISL FNS ed alte OO.SS..
FNS: Comunicato Stampa
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