Filca, Fillea e Feneal di Lecce chiedono certezze sulla realizzazione delle opere pubbliche nel Salento

Filca, Fillea e Feneal di Lecce chiedono certezze sulla realizzazione delle opere pubbliche nel Salento

 La misura è colma. Come Organizzazioni sindacali riteniamo di essere stati, con grande senso di responsabilità, sempre disponibili e rispettosi con le Istituzioni a cui abbiamo chiesto, in tempi non sospetti, un intervento concreto che aiutasse a risolvere una situazione resa ancora più difficile dall’atteggiamento di chiusura dell’azienda. Ma da parte dei nostri interlocutori stiamo raccogliendo soltanto rinvii e rassicurazioni. Oggi prendiamo amaramente atto che quello istituzionale continua ad essere un sentiero lastricato di buone intenzioni che non aiuta a risollevare gli animi di centinaia di lavoratori, in balia dell’incertezza più totale circa il proprio futuro occupazionale. 

 

È bene ricordare il comportamento – che con un eufemismo definiamo stigmatizzabile – delle aziende del Gruppo Palumbo, che inizialmente, in sede prefettizia, si erano dimostrate disponibili a far accedere i lavoratori ad ammortizzatori sociali in deroga e che, nel giro di pochi giorni, hanno inspiegabilmente fatto dietrofront spedendo le lettere per il licenziamento collettivo del personale dipendente e producendo il mancato accordo con le organizzazioni sindacali.

 

È bene ricordare poi che, solo grazie all’insistenza e alle lettere di queste organizzazioni sindacali, sono stati accelerati i tempi di convocazione del tavolo in Prefettura entro il mese di agosto e sollecitati i pareri di Anas e Regione.

 

In un territorio che di tutto ha bisogno tranne che di tenere ferme importanti opere pubbliche (non soltanto la strada 275, ma anche la Regionale 8 e i sottopassi di San Cesario e Sternatia) assistiamo a uno scenario non più tollerabile. Le rassicurazioni e i continui rinvii non servono a nessuno: né ai lavoratori, né al territorio. Servono date e tempi certi dell’avvio di lavori non più procrastinabili.

 

Assistiamo oggi a una deprecabile strumentalizzazione del disagio dei lavoratori: condizione aggravata dall’incertezza generale in cui questi lavoratori vivono, per responsabilità dell’Azienda, ma anche – ci dispiace dirlo – delle Istituzioni che continuano a dilatare i tempi senza offrire alcuna prospettiva, né occupazionale, né di sostegno al reddito. 

 

Corre per noi l’obbligo di chiamare a responsabilità tutto il mondo delle istituzioni e della politica di questo territorio, a cui chiediamo di impegnarsi in modo deciso all’ottenimento di risposte in tempi rapidi.

 

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