Come oramai noto il Consiglio di Amministrazione, nel corso della seduta di giovedì u.s., non ha approvato la bozza di statuto licenziata dalla Commissione. E’ stata pertanto anche rinviata la discussione del medesimo punto prevista nella convocazione del Senato Accademico di martedì 19 p.v..
Una osservazione preliminare che la Cisl ritiene di dover proporre attiene le modalità adottate per la votazione del testo. Anziché consentire ai singoli componenti di entrare nel merito e nel dettaglio di questioni così rilevanti per la comunità accademica, il CDA è stato costretto all’approvazione o alla bocciatura in blocco di un intero statuto composto da ben 112 articoli.
Tutto questo con l’aggravante che tale passaggio istituzionale avveniva a seguito di una serie di perplessità emerse da larghissima parte della comunità universitaria che, sia pur nei modi e nelle forme più disparate, aveva prodotto pareri e considerazioni sui singoli punti dell’articolato portato in approvazione.
La stessa Cisl Università ha avanzato nei propri comunicati forti perplessità di metodo e di merito , evidenziando in data 29/6/2011 la possibilità di ricorrere alla proroga trimestrale dalla Legge 240 /2010 , in considerazione del crescente bisogno di partecipazione dimostrato dall’intera comunità.
Una procedura poco ortodossa, quella adottata dal Magnifico Rettore, che, in buona sostanza, ha prodotto una grossa forzatura ed ha fatto perdere l’opportunità di trasformare la seduta di giovedì in una occasione di approfondimento ed analisi dei singoli e specifici temi riguardanti l’intero impianto statutario. Era certamente quello uno dei contesti più adatti ad esplicitare le scelte della commissione rispetto alle diverse proposte pervenute dopo la presentazione della bozza .
Per evitare, forse, la bocciatura di alcuni articoli che erano stati contestati , si è optato –in modo unilaterale- per una sorta di plebiscito: è stato richiesto di accogliere o di rigettare in toto lo statuto, senza poterlo emendare.
Si tratta di questioni di metodo che hanno tuttavia degli indubbi riflessi anche sul merito delle questioni poste in discussione. In realtà ad oggi non si conoscono ancora quali siano nel loro complesso le considerazioni fornite dai vari organismi, gruppi e rappresentanti, né tanto meno quali le posizioni comuni e condivise. Nessuno può certamente negare che tale processo di modifica avrebbe meritato sin dall’inizio un approccio diverso, più partecipato e collegiale.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il testo proposto è stato bocciato perché non è stato sufficientemente condiviso dalle varie componenti, perché non è stato democratico il percorso seguito per la sua stesura, perché non è stato consentito di migliorarlo, votandolo articolo per articolo.
Ora tocca all’Amministrazione proporre un testo alternativo sul quale, auspichiamo, si possa riaprire finalmente una discussione libera e serena.
Questa organizzazione sindacale valuterà il nuovo testo che il Rettore vorrà proporre e sulla base delle modifiche, si spera sostanziali e non meramente formali, che saranno apportate, valuterà quale posizione assumere, non volendo dare il proprio assenso ad uno statuto del quale non sia consentita l’emendabilità in seno agli organi a ciò preposti e in tal senso impegna i propri rappresentanti .
Chiede, pertanto, che sia consentito un dibattito ed una votazione articolo per articolo e non esclusivamente dell’intero testo nel suo complesso.
La Unione Sindacale Territoriale Cisl e la Cisl Università reputano infatti indispensabile e necessario riannodare sin da subito le fila della discussione, riaprire un serio ed approfondito confronto, che consenta di apportare le necessarie modifiche alla bozza, in base alle indicazioni espresse e condivise da tutta la comunità.
In questo delicato momento di profondo cambiamento si è infatti convinti che tutti debbano fare un passo indietro rispetto alle proprie posizioni, sia per ciò che riguarda l’impostazione critica sia per ciò che attiene le scelte organizzative proposte. Tutto questo nell’intento comune di costruire un modello il più largamente condiviso.
Il dibattito non solo deve essere incentivato ma deve divenire lo strumento di coesione di cui oggi il nostro ateneo necessita fortemente. I veri temi all’ordine del giorno devono sin da subito ritornare ad essere gli studenti, la ricerca e il lavoro.
La coesione quindi come unico strumento per fare di più e meglio. Eventuali problemi di nicchia non possono evidentemente giustificare una regolamentazione che invece ha ricadute su tutto il sistema. Bisogna riconoscere il valore della partecipazione finalizzata all’avvio di un confronto sereno e costruttivo. La CISL ritiene quindi fondamentale che in presenza di posizioni di forte contrasto, eventualmente non risolvibili nell’immediato, si debba riaprire il dibattito per risanare quelle fratture e quegli attriti sorti trasversalmente in tutte le componenti dell’Ateneo.
A tal fine si ritiene che l’approvazione dello statuto entro il mese di Luglio non rappresenti un tabù per cui ove tale diffuso consenso non dovesse essere raggiunto (gli approfondimenti richiesti per essere realmente tali richiedono tempo e momenti di confronto e discussione autentica), si invita il MR a richiedere formalmente la proroga di tre mesi appositamente prevista dall’art. 2, comma 6, della L. 240/2010 per l’approvazione dello statuto.