“In questi mesi abbiamo seguito sugli organi di stampa l’ampio dibattito su quale fosse il modello di turismo presente nel Salento, partendo dalle principali località marine come Leuca, Otranto, Gallipoli comprendendo anche Lecce e la sua provincia. Si è discusso sulla carenza strutturale dei trasporti accentuata soprattutto nel periodo estivo, sull’ospitalità di eccellenza e sulla qualità del cibo. Ma a nostro avviso il turismo di qualità non può prescindere dalle risorse umane quali sono i lavoratori”. È quanto dichiara Carmela Tarantini, segretario generale Fisascat di Lecce, categoria della Cisl che rappresenta il settore del commercio, turismo e servizi.
“Dalle nostre analisi e segnalazioni ricevute – prosegue Tarantini – negli ultimi anni nei mesi estivi ed in tutti i settori che rappresentiamo (come il commercio, ristorazione, servizi, guardie giurate) sono emerse diverse situazioni critiche in cui giovani e donne, più o meno professionalizzati, lavorano con orari massacranti (dalle 10 alle 15 ore giornaliere), tutti i giorni senza usufruire dei turni di riposo per poco più di 20 euro al giorno nonostante una produttività altissima”.
“Parlare di brand Puglia e di qualità – conclude Tarantini – significa, dunque, mettere in condizioni gli addetti del settore di lavorare tutti nel rispetto delle regole. Fisascat Cisl di Lecce ritiene che dalla collaborazione di tutte le parti sociali, sia dei lavoratori che datoriali, si possa concertare un secondo livello di contrattazione territoriale, già grande intuizione della Cisl a tutti i livelli, dove prevedere per i lavoratori stagionali un’adeguata remunerazione oltre che una formazione mirata per uno sviluppo complessivo del territorio nel rispetto di tutti.
Invitiamo per tanto le parti datoriali del settore e gli enti preposti a convocare un tavolo monotematico con le parti sociali al fine di trovare un’adeguata soluzione non solo per i periodi estivi ma che possa essere valida per tutto l’anno”.