Favorire l’integrazione dei braccianti agricoli stranieri aiutandoli a sostenere le spese dell’affitto di un’abitazione e quelle relative alle visite mediche. In vista dell’arrivo, nelle prossime settimane, di migliaia di lavoratori in provincia di Lecce, e in particolare nella zona di Nardò, impegnati nei campi nella raccolta dei prodotti ortofrutticoli, l’ente bilaterale Cassa Amica (assistenza malattia infortunio contrattuale in agricoltura), insieme con le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali provinciali Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil promuovono due bandi: uno riguardante l’erogazione, nel periodo tra il 1° giugno e il 30 settembre 2017, di contributi per le spese di locazione sostenute direttamente dai lavoratori o dalle aziende agricole e l’altro relativo al sostegno dei costi delle visite mediche da parte delle aziende. Il bando relativo agli affitti è riservato ai lavoratori addetti alla raccolta in possesso di regolare permesso di soggiorno e di contratto di lavoro e alle aziende agricole iscritte all’Inps. Per queste ultime è necessario, tra i requisiti, che siano in regola con il versamento dei contributi alla Cassa Amica Lecce e con le normative per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Per ottenere il contributo, le aziende dovranno dimostrare di aver affittato locali poi concessi in uso gratuito ai lavoratori o di aver concesso in uso gratuito ai lavoratori locali di proprietà. “Questo bando – ha spiegato Salvatore Greco, presidente di Cassa Amica – è un’ambizione di modello di integrazione che proviamo a sperimentare nel nostro territorio. La Cassa si fa carico infatti delle spese di affitto delle abitazioni dei lavoratori affinché questi possano essere inseriti nel contesto sociale e svuotare, dunque, i campi di accoglienza. Un altro punto di forza di questo bando riguarda, inoltre, il fatto che siamo riusciti a coinvolgere le aziende che potrebbero mettere, infatti, a disposizione dei propri lavoratori un appartamento oppure un locale ad uso abitativo”. “Il bando che presentiamo oggi è in una fase sperimentale, ma è un punto di partenza molto importante – dichiara Monica Accogli, segretaria generale Flai Cgil Lecce – perché va nella direzione verso cui abbiamo sempre spinto: verso la legalità e la trasparenza anche nelle politiche abitative. Una misura che mira a creare le condizioni per una vera integrazione dei lavoratori agricoli stranieri e non residenti nel contesto sociale in cui sono impegnati. L’auspicio è che si realizzi, nei prossimi anni, un albergo diffuso nel nostro territorio: la possibilità cioè di mettere a disposizione dei lavoratori migranti una rete di abitazioni private sfitte a prezzi calmierati con il contributo delle istituzioni e delle associazioni datoriali. Questo bando, sostenuto da parti datoriali e rappresentanti dei lavoratori, crea le condizioni per un sistema di accoglienza diverso, che evita la ghettizzazione dei lavoratori, l’illegalità e il caporalato. Rappresenta un’opportunità di crescita sia per chi viene accolto ma anche per chi accoglie. Questo è poi l’anno del banco di prova per la legge 199/2016 di contrasto al caporalato: l’obiettivo è quello di dare gambe e piena applicabilità alla legge nel nostro territorio e con questo obiettivo la Flai proprio in questi giorni ha avviato l’attività di sindacato di strada nei campi del nostro territorio”. “In questo modo – aggiunge il direttore di Coldiretti Lecce, Giuseppe Brillante – vogliamo dare un’accelerazione nel percorso di un sempre maggiore rispetto della legalità nei rapporti di lavoro del mondo agricoli. Vogliamo dimostrare che questi lavoratori stranieri possono fare a pieno parte dei contesti territoriali che li ospitano e per i quali territori si spendono con il proprio lavoro”. “Il cancro del caporalato agricolo continua ad essere una ferita mortale nel nostro paese. – ha commentato Gianluigi Visconti, Segretario generale Fai Cisl Lecce – Un crimine che colpisce lavoratrici e lavoratori sia migranti che italiani; sono quasi 400.000 gli sfruttati nei campi, vittime di un sistema gestito e controllato in gran parte dalle agro-mafie che muovono un giro d’affari di oltre 20 miliardi di euro l’anno. Contro questo fenomeno terribile abbiamo scatenato, come sindacato, un’offensiva che ha messo in chiaro un concetto: la piaga si sana insieme, non ammette scorciatoie e richiede un intervento complesso, articolato, e soprattutto partecipato; ecco perché, come Fai Cisl, abbiamo da sempre creduto fortemente nella contrattazione e nella bilateralità. In questa cornice va inquadrato l’intervento che abbiamo compiuto come ente bilaterale. Per comprendere appieno la reale portata, occorre, inoltre, leggere tra le righe dei provvedimenti; sono stati offerti alle aziende diversi strumenti per permettere loro un percorso di trasparenza e legalità e, nello stesso tempo, di convenienza economica. Le aziende che non utilizzano questi strumenti hanno poco interesse nel f