La presentazione dell’Atto di indirizzo in materia di tutela delle condizioni di lavoro negli appalti pubblici elaborato dall’Osservatorio Permanente Provinciale sulla Cooperazione assume per le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil un significato che va ben oltre il perimetro delle mere raccomandazioni, in questo tempo connotato dalle consistenti risorse stanziate con il PNRR e dalle altre fonti di finanziamento nazionali ed europee. Tempo di grandi opportunità ma anche di insidie, come evidenziato dal Presidente Mattarella nel suo discorso di inizio anno, da ANAC e nella relazione del Procuratore della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti, circa i rischi di infiltrazione mafiosa nell’affidamento delle gare di appalto.
L’atto di indirizzo dell’Osservatorio composto dai rappresentanti di Inps, Inail e dalle associazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative del territorio, traccia piuttosto un percorso teso a promuovere la cultura della legalità, della sicurezza sui luoghi di lavoro, della responsabilità e della funzione sociale dell’impresa, coinvolgendo ogni soggetto interessato nel processo.
Ringraziamo il Prefetto di Lecce, S. E. Luca Rotondi, per la sensibilità dimostrata, per aver voluto, con propria nota, trasmettere l’atto di indirizzo ai soggetti istituzionali del territorio “con preghiera di assicurare la più ampia diffusione e condivisione delle relative linee guida nelle procedure ad evidenza pubblica per la realizzazione di lavori di servizi e forniture”, per averlo voluto inserire all’interno del più ampio “ quadro delle azioni di…sensibilizzazione in tema di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”, nonché, ci preme aggiungere, di legalità e trasparenza.
Ringraziamo, altresì, il direttore dell’ITL di Lecce, dott.ssa Alessandria Pannaria, per aver voluto portare a compimento il percorso avviato e per aver colto positivamente il bisogno di dare gambe all’Atto, così da prevenire una possibile dispersione del suo potenziale, le Segreterie Provinciali di Cgil, Cisl e Uil ribadiscono la necessità di tenere alto il livello di guardia per il rispetto dei protocolli istitutivi che vincolano le stazioni appaltanti al rispetto dei CCNL di categoria sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali più rappresentative, al fine di contrastare i contratti pirata, il diffuso dumping contrattuale e sociale e le distorsioni del mercato e dei meccanismi di concorrenza, sia in fase di appalto che di subappalto. Il tutto ampliando le azioni di monitoraggio e controllo, non sempre possibili a causa di un corpo ispettivo sempre più in affanno a causa di una pianta organica sottodimensionata, attenzionando l’ancora diffuso ricorso alle offerte “anomale”, all’insidioso criterio del massimo ribasso, che determina inevitabilmente una disapplicazione dei contratti collettivi nazionali del lavoro sottoscritti da CGIL, CISL e UIL, a discapito quindi della qualità dei servizi, del lavoro e delle imprese virtuose. Così come occorre considerare una possibile logica premiale nei confronti delle unità appaltanti virtuose.
Questo importante documento condiviso si propone di individuare le opportune strategie di prevenzione e contrasto al fenomeno delle società cooperative ‘spurie’ .Ma fino ad ora poca l’attenzione ai problemi di chi lavora all’interno di queste imprese che spesso rappresentano un autentico girone infernale della condizione del lavoro all’interno di un involucro, quello cooperativistico appunto, che sarebbe canonicamente e costituzionalmente (art. 45 della Costituzione Italiana) rivolto a promuovere la partecipazione e l’autentica mutualità tra lavoratori, combattendo il lavoro nero e promuovendo l’inclusione sociale.
L’Atto di indirizzo in materia di tutela delle condizioni di lavoro negli appalti elaborato dall’Osservatorio Permanente Provinciale sulla Cooperazione segna un impegno comune a tutela di un settore, quello degli appalti pubblici, a forte ricaduta sociale ed economica, che ha registrato in Italia, nell’anno 2022, ben 13 milioni di posti di lavoro ed il cui valore economico è stato di ben 290 miliardi di euro, per un totale di 233mila procedure di gara, con una importante crescita nel settore dei lavori ed una progressiva centralità nei servizi e nelle forniture che rappresentano l’ambito più dinamico e aperto alla innovazione.
Un settore, quello degli appalti pubblici, di rilievo anche nel nostro Salento, non sempre connotato da tratti di positività, ma le cui acclarate criticità possono essere riconvertite verso pratiche virtuose. Perché anche nel nostro Salento il lavoro può ambire ad aggettivazioni diverse dalle abituali. Ci riferiamo alla crescente schiera dei lavoratori poveri (workingpoors), di lavoratori precari, dei tanti in part-time involontario.
Generare buon lavoro (stabile, reso in sicurezza, con il giusto salario) è possibile. Un percorso che possa ridare fiducia e possibili prospettive anche ai tanti giovani che, sempre più numerosi, abbandonano il nostro territorio, spesso per non tornare più.
In questo percorso Cgil, Cisl e Uil faranno, come sempre, la loro parte.
Valentina Fragassi, Segretaria Generale Cgil Lecce
Ada Chirizzi, Segretaria Generale Cisl Lecce
Mauro Fioretti, Coordinatore Provinciale Uil Lecce