La situazione di arretratezza dell’università pubblica è gravissima. In controtendenza rispetto a tutti i paesi dell’OCSE il sistema universitario italiano dagli anni 2008/2009 ha visto una costante diminuzione delle risorse statali investite: nell’ultimo decennio i tagli al finanziamento ordinario ammontano complessivamente a 5,3 miliardi di euro e il valore odierno dell’FFO è inferiore in termini assoluti a quello di dieci anni fa. Considerando l’inflazione intercorsa dal 2009, servirebbe circa un miliardo di euro solo per ritornare al valore del finanziamento di dieci anni fa, quando il nostro Paese era già agli ultimi posti delle graduatorie internazionali per finanziamento dell’alta formazione. Insieme alla diminuzione del finanziamento è diminuito di circa il 20% il numero di docenti e ricercatori di ruolo e parallelamente sono aumentati i lavoratori precari, che ormai rappresentano più della metà del personale che svolge attività di ricerca e di didattica negli atenei. Ancora maggiore il taglio subito dal personale tecnico e amministrativo passato da 70.000 a 50.000 unità che, oltre all’aumento dei carichi di lavoro, ha subito la decurtazione del salario accessorio e l’introduzione di una serie di vincoli normativi che ne impediscono di fatto un utilizzo coerente con le norme contrattuali. Le risorse investite per il diritto allo studio sono assolutamente insufficienti mentre le tasse universitarie dal 2009 sono significativamente aumentate e gli studenti italiani sono tra quelli che pagano più tra i 28 paesi dell’Unione Europea. Mentre assolutamente urgenti sono gli interventi da mettere in atto sul piano economico e normativo le affermazioni del Presidente Conte, come quella di molti leader politici, sulla necessità di finanziare adeguatamente l’università e la ricerca non trovano purtroppo alcun riscontro nel Disegno di Legge di Bilancio approvato in Consiglio dei Ministri e trasmesso al Parlamento, come non trovano riscontri neanche gli impegni assunti del Presidente del Consiglio con l’intesa sottoscritta il 24 aprile sul precariato, sulla valorizzazione del personale e sulla flessibilità dei fondi accessori di università ricerca. Ad oggi nella Legge di Bilancio non vengono previsti interventi per aumentare la quota base del finanziamento ordinario delle università: per il rinnovo del CCNL, per la valorizzazione professionale del personale, per una maggiore flessibilità nella costituzione e utilizzo dei fondi del salario accessorio, per la stabilizzazione dei lavoratori precari, per incrementare significativamente i fondi per il diritto allo studio.
Per tutte queste ragioni le Organizzazioni Sindacali indicono una
GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE PER L’UNIVERSITA’
16 DICEMBRE INIZIATIVE UNITARIE IN TUTTI GLI ATENEI