Una sentenza della corte costituzionale ed una deliberazione della Regione Puglia cancellano i sacrifici e le speranze di circa 150 professionisti della Sanità dipendenti della ASL di Lecce.
La vicenda riguarda tutti quegli infermieri e medici della ASL di Lecce che si trovavano in servizio il 31/12/2009 per incarico a tempo determinato benché fossero già dipendenti di “ruolo” presso altre Aziende o Enti del Servizio Sanitario Nazionale. Per questi, si sensi dell’art. 13 della Legge Regionale n. 4/2010, è stata attivata una procedura di accoglimento della richiesta di mobilità.
Questa norma, come tante altre norme emanate dalla Regione Puglia, è stata dichiarata incostituzionale. E’ stato eccepito che gli interessati non hanno partecipato a concorsi pubblici per questo nuovo posto; che la mobilità viene regolamentata dai contratti di lavoro; che la trasformazione di posti da tempo determinato ad indeterminato viene utilizzato espediente per raggirare il concorso.
Ci sarebbe da discutere approfonditamente, in questo caso, del rispetto dell’art. 97 della Costituzione Italiana, fino a prova contraria, valevole per tutto il territorio nazionale e quindi se un cittadino supera una prova concorsuale in un’Azienda del Servizio Sanitario Nazionale della Repubblica Italiana, come può, questo requisito (a parità di condizioni: categoria, profilo, ecc.), essere non valido in un’altra Azienda della stessa Repubblica. Oggi questi dipendenti hanno inequivocabilmente consolidato il loro status di lavoratore a tempo interminato presso la ASL di Lecce, sono vincitori di concorso in atri Enti Sanitari Pubblici del Servizio Sanitario Nazionale ed hanno richiesto di essere trasferiti per mobilità. Certo, se la Asl decidesse di seguire le attuali indicazioni si troverebbero ad aver fatto un concorso per accedere nella pubblica amministrazione e poi essere licenziati per aver seguito le disposizioni della Regione Puglia. Il mio appello agli organi istituzionali è perché venga trovata una soluzione che dia certezza e stabilità a questi lavoratori “indispensabili” negli organici della ASL di Lecce oramai martoriata da tagli di personale e riallineamenti di bilancio. 150 tra medici ed infermieri sono equivalenti alla chiusura di un intero ospedale, immaginiamo il disagio per la popolazione e la delusione per questi lavoratori ignorati da uno Stato che non tutela il “diritto la lavoro”.